Come funzionano le lenti a contatto progressive?

Le lenti a contatto progressive o multifocali sono dotate di diversi poteri correttivi e permettono di correggere contemporaneamente più difetti visivi. Ecco come funzionano.

Le lenti a contatto progressive sono state progettate principalmente per correggere la presbiopia, un problema visivo legato all’avanzare dell’età, che si traduce nella difficoltà di mettere correttamente a fuoco gli oggetti vicini.
In sintesi, si concentrano nella stessa lente diverse prescrizioni, in modo da consentire agli occhi della persona di mettere a fuoco gli oggetti lontani, gli oggetti vicini e quelli posti a distanze intermedie con un’unica lente.

Offrendo due o più poteri prescrittivi diversi, le lenti a contatto progressive sono in grado di garantire una visione chiara su tutte le distanze, indipendentemente dal fatto che l’oggetto che stai guardando sia proprio di fronte al tuo naso, a pochi metri di fronte a te o su l’altro lato delle strade.

La transizione tra queste diverse prescrizioni è molto più graduale rispetto ai classici occhiali bifocali e consente una perfetta messa a fuoco su oggetti vicini e lontani. Le lenti bifocali presentano invece una netta demarcazione tra la zona che corregge la visione da vicino e quella che corregge la visione da lontano, rendendo il passaggio da una all’altra decisamente più brusco.

Quali tipi di lenti a contatto multifocali sono disponibili?

Le lenti a contatto progressive sono disponibili sia in materiali morbidi che in materiali rigidi gas permeabili (RGP).

In generale, le lenti a contatto multifocali si distinguono in due categorie: quelle con un design concentrico, che presentano la correzione prescrittiva standard al centro dell’obiettivo, circondata da ulteriori anelli con diversi poteri di prescrizione, sia a breve che a lunga distanza, e quelle di concezione ibrida, in cui essenzialmente le prescrizioni sia a breve che a lunga distanza sono posizionate di fronte alla pupilla, fuse insieme.

È possibile acquistare lenti progressive giornaliere usa e getta, bisettimanali, mensili o annuali. Il costo delle lenti a contatto progressive cambia ovviamente in base alla tipologia prescelta e può variare dai 20 ai 50 euro a confezione.

Perché scegliere le lenti a contatto progressive

Per determinare se e quale tipo di lenti a contatto progressive utilizzare, è necessario tenere in considerazione alcuni pro e contro.
Tra i vantaggi delle lenti multifocali bisogna menzionare l’elevata acuità visiva a tutte le distanze, la graduale demarcazione tra le varie zone di correzione e la possibilità di vedere perfettamente nella maggior parte delle condizioni, senza necessità di dover portare occhiali in aggiunta alle lenti.

Tra i principali inconvenienti, invece, si segnala un adattamento difficoltoso dato dalla diversa esperienza visiva, la possibilità di abbagliamento notturno e visione offuscata o sfocata durante il periodo di adattamento, un prezzo più alto rispetto alle altre lenti a contatto dovuto alla maggiore complessità del design.

Naturalmente, è opportuno rivolgersi al proprio oculista per qualsiasi decisione. Lo specialista infatti è in grado di aiutare il soggetto ad individuare il miglior rimedio per la correzione dei problemi visivi, anche in considerazione del singolo stile di vita, oltre ad offrire un esperto controllo per accertarsi dell’idoneità della scelta effettuata.

In ogni caso, il personale altamente qualificato dei negozi GrandVision è sempre disponibile per consigliare la miglior scelta per ogni cliente.

Lenti a contatto multifocali e progressive

Uno dei fenomeni che accompagnano l’invecchiamento è la presbiopia (il 54% degli over 50 è presbite). La presbiopia è un difetto visivo caratterizzato dalla riduzione della capacità di accomodazione dell’occhio che non riesce più a mettere a fuoco le cose che si trovano vicine; insorge generalmente verso i 40 anni nei soggetti emmetropi (soggetti che non accusano disturbi visivi), più precocemente nei soggetti ipermetropi e più tardi nei miopi.

La presbiopia rende difficoltoso mettere a fuoco gli oggetti a distanza ravvicinata.
Le cause di tale difetto sono da attribuirsi a un indurimento del cristallino e/o all’indebolimento del muscolo che regola l’accomodazione; il sintomo più comune è la difficoltà nella lettura da vicino.

Come correggere la presbiopia

In moltissimi soggetti emmetropi la presbiopia può essere corretta con dei semplici occhiali da lettura monofocali; queste persone devono indossare gli occhiali solo nel caso in cui debbano leggere o svolgere attività che richiedano una visione ravvicinata; anche chi porta lenti a contatto per la correzione di altri difetti visivi (miopia, ipermetropia ecc.) può indossare gli occhiali da lettura nel momento in cui cominciano a manifestarsi i problemi accomodativi dovuti all’età. Il problema principale delle lenti monofocali è dovuto al fatto che la visione intermedia e quella lontana perdono nitidezza, creando di conseguenza disagio quando si svolgono attività che richiedono processi visivi di diverso tipo.

Una soluzione a questi problemi può essere rappresentata da occhiali che montano lenti bifocali o multifocali; il termine bifocale si riferisce al fatto che le lenti contengono due punti di fuoco, la parte principale della lente corregge la miopia o l’ipermetropia, quella secondaria corregge la presbiopia. Le lenti bifocali permettono dunque una nitida visione sia a breve che a lunga distanza, ma presentano anche alcuni svantaggi; molte persone infatti si lamentano del fatto che con le lenti bifocali diventa molto difficile avere una nitida visione di tipo intermedio.

Altre problematiche delle lenti bifocali sono quelle relative a effetti ottici (salto d’immagine, cromatismo, effetto prismatico) che possono creare disagio negli utilizzatori. Sono molte infine le persone che preferiscono non ricorrere all’uso di occhiali che montano lenti bifocali anche per questioni di immagine: in effetti è fuor di dubbio che gli occhiali bifocali siano molto più antiestetici rispetto agli occhiali tradizionali.

Si puo’ ovviare ad alcuni di questi problemi con occhiali che montano lenti progressive. Queste lenti (come le bifocali) aiutano nella messa a fuoco sia degli oggetti lontani che degli oggetti vicini, correggendo questi problemi della vista rispettivamente nella metà superiore e inferiore della lente. A differenza delle lenti a contatto bifocali, però, il passaggio tra le due metà è più graduale: le lenti progressive infatti non contengono linee di separazione fra le due zone, e ciò ne aumenta sia il comfort visivo che l’estetica.

Lenti a contatto per presbiti

La lente a contatto progressiva è una delle più recenti novità nell’ambito della contattologia, sviluppata negli Stati Uniti, dove la percentuale di over 50 è una quota significativa della popolazione totale.

Le lenti a contatto progressive o multifocali sono particolarmente efficaci per presbiopie fino a 1,5 – 2 diottrie (ma coprono un range da +1 fino a +2,50) e correggono presbiopie associate a miopia o ipermetropia ed astigmatismi miopici o ipermetropici.

A differenza della lente progressiva da occhiale, che possiede zone funzionali differenziate da utilizzare spostando lo sguardo in punti diversi della lente, nel caso della lente a contatto progressiva le diverse zone funzionali sono presenti in modo concentrico all’interno della parte centrale. L’occhio ha quindi la possibilità di mettere a fuoco simultaneamente alle diverse distanze, ed il processo di selezione della zona idonea da utilizzare viene fatto in modo automatico dal cervello, secondo un processo adattivo naturale.

Queste particolari lenti si trovano in diverse tipologie costruttive e materiali, e il loro effetto varia in funzione del diametro pupillare: è indispensabile percio’ un confronto diretto con un optometrista specializzato in contattologia per valutare il prodotto più adatto alle proprie esigenze. Questo è un processo che richiede un po’ di tempo e diverse prove (specialmente in soggetti affetti anche da miopia/ipermetropia anche associati ad astigmatismo) ma che una volta portato a termine assicura risultati molto soddisfacenti.

Lenti a contatto bifocali e multifocali: tipologie e differenze

Per chi ha più di una anomalia visiva e non vuole rinunciare al comfort e alla libertà di movimento, le lenti a contatto bifocali e multifocali rappresentano senz’altro una buona soluzione.

Ma cosa sono le lenti multifocali? Le bifocali e le progressive? Bisogna fare attenzione perché hanno peculiarità differenti.
In genere si usa il termine lenti multifocali in senso più allargato per comprendere tutte le LAC che correggono contemporaneamente più di un difetto visivo (normalmente miopia/ipermetropia associate a presbiopia). In pratica però le lenti multifocali e bifocali non sono la stessa cosa.

Le lentine bifocali hanno due correzioni all’interno della stessa lente, mentre quelle multifocali presentano uno spettro di poteri diversi (simile alle LAC progressive).

Non c’è un unico modo in cui le lentine bifocali e multifocali lavorano sugli occhi, ma dipende dalla conformazione delle lente stessa. A questo proposito possiamo distinguere due gruppi:

Lenti con vista alternata

A seconda dei movimenti la pupilla passa in modo alternato tra i due poteri; (nel grafico “distance” è la correzione da lontano e “near” la correzione da vicino.

Lenti con vista simultanea

In questo caso la visione è costantemente nitida perché l’occhio guarda allo stesso tempo attraverso entrambe le distanze e regola da solo il giusto potere a seconda della distanza a cui è posto l’oggetto. Questo tipo di lenti si suddivide a sua volta in forma ad anello concentrico e asferico.

Le lenti con vista alternata si trovano i commercio come lenti a contatto bifocali perché funzionano in modo speculare alle lenti bifocali montate sugli occhiali: sulla LAC è presente una vera e propria linea di demarcazione tra le due aree e l’occhio passa da una all’altra a seconda della distanza a cui è posta l’immagine da guardare. La pupilla sarà orientata verso il basso per guardare oggetti vicini, al contrario verso l’alto per mettere a fuoco immagini lontane.

Le lenti a contatto con forma ad anelli concentrici (vista simultanea) presentano una prescrizione nella parte centrale e una o più anelli di potere intorno ad essa. Generalmente nella zona pupillare si trovano due anelli, ma ciò può variare a seconda dei movimenti e delle contrazioni della pupilla stessa al variare dell’intensità della luce.

Le lenti a contatto asferiche (vista simultanea), invece, hanno un funzionamento simile a quello delle lenti oftalmiche progressive: danno la possibilità al portatore di mettere a fuoco immagini vicine e lontane garantendo un passaggio graduale tra le due metà. Nelle lentine di questo tipo la metà superiore serve per la messa a fuoco degli oggetti posti a distanza ravvicinata, mentre nella metà inferiore viene corretta la miopia. Grazie a questa peculiarità sono in grado di garantire una vista costantemente nitida anche a distanze intermedie.

Quale tipo di lente a contatto dà risultati migliori? Non ci sono regole precise, ma in generale si consiglia la prescrizione di lenti a contatto bifocali (vista alternata) per diottrie elevate, mentre per quelle più basse è preferibile la soluzione delle lenti mutlifocali (vista simultanea). Altro fattore che incide sulla scelta della tipologia di lenti è la dimensione della pupilla: se è troppo grande, il design asferico è sconsigliato.

Le lenti per presbiopia sono le più difficili da adattare ed occorre provare le diverse soluzioni e diverse correzioni. Vi consigliamo come sempre, ma in particolar modo se siete affetti da questa condizione, di rivolgervi a un medico oculista che a seguito di una visita specialistica sarà in grado di consigliarvi la tipologia più adatta (lenti a contatto bifocali o multifocali). Le tecnologie moderne hanno permesso la creazione di lentine dalle molteplici forme per rispondere alle differenti esigenze dei soggetti portatori.

Lenti a contatto multifocali? Si può!

Le lenti a contatto multifocali sono lenti con più zone di correzione all’interno della stessa lente. Nella lente una delle zone serve alla messa a fuoco degli oggetti vicini, un’altra per la messa a fuoco degli oggetti lontani e altre zone servono per tutti i punti intermedi. Questa concezione consente di correggere anche la presbiopia, che implica difficoltà di messa a fuoco di oggetti vicini, soprattutto con l’avanzare degli anni.

Nella scelta delle lenti giuste per noi è necessario capire la differenza tra lenti multifocali e lenti bifocali. Le prime sono concepite per offrire un passaggio graduale tra la zona che corregge la visione da vicino e quella che corregge la visione da lontano. Sono molto simili agli occhiali a lenti progressive. Le lenti bifocali presentano invece una netta demarcazione tra la zona che corregge la visione da vicino e quella che corregge la visione da lontano.

Ma quali sono i tipi di lenti multifocali?
In generale le lenti a contatto multifocali seguono due tipi principali di design. Il più comune comporta una serie di cerchi concentrici di diverso potere correttivo, prescritti per la visione a varie distanze. L’altro tipo, di concezione ibrida, mantiene vicino al centro dell’occhio sia la correzione della visione da vicino che quella della visione da lontano. Inoltre le lenti multifocali possono essere sia morbide che rigide fatte di materiali gas permeabili.

Vantaggi delle lenti multifocali

  • Ottima visibilità nelle distanze corte, intermedie e lunghe.
  • Demarcazione poco netta tra le varie zone di correzione
  • Capacità di vedere nella maggior parte delle condizioni senza dover portare occhiali in aggiunta alle lenti

Inconvenienti delle lenti multifocali

  • L’adattamento alle lenti è difficile, perché la modalità di vedere cambia drasticamente.
  • La visibilità notturna può risultare sfocata durante il primo periodo.
  • Le lenti sono più costose di quelle tradizionali.

Se le lenti a contatto multifocali non ti sembrano un rimedio giusto pe te, disponi di numerose altre opzioni:

  • Utilizzo di occhiali multifocali
  • Utilizzo combinato di occhiali da lettura e normali lenti a contatto
  • Lenti a contatto monovisione

Quale che sia il tuo punto di vista ricorda che le tue scelte devono essere seguite da un professionista capace di analizzare le tue esigenze ed offrirti le opzioni migliori per te.

LAC progressive

Le lenti a contatto per la correzione della presbiopia possono essere considerate un’interessante opportunità per tutti quei portatori che, avvicinandosi a questa delicata fase refrattiva, desiderano continuare l’uso di lenti a contatto senza ricorrere all’occhiale per vicino, oppure per chi, pur non essendo ametrope, cerca forme di correzione alternative all’occhiale da vicino.

Le statistiche più recenti dicono che la popolazione europea, e in particolare quella italiana, sta progressivamente spostandosi verso la mezza età: in Italia i cittadini tra i 45 e i 65 anni costituiscono il 25% dell’intera popolazione nazionale (circa 14 milioni di persone) ed in questa fascia abbiamo il maggior numero di soggetti impegnati in un’attività lavorativa; tuttavia solo l’1% di questi fa uso di lenti a contatto per la correzione della presbiopia.

Sicuramente il trattamento del difetto con questi tipo di lenti è destinato ad aumentare nel futuro, grazie ai diversi tipi di materiali, geometrie e modalità di correzione disponibili.

MODALITA’ APPLICATIVE

Oggigiorno il presbite dispone di una serie di opzioni per correggere il proprio difetto con le lenti a contatto:

  • Monovisione;
  • Monovisione modificata;
  • LaC bifocali;
  • LaC multifocali;
  • LaC diffrattive.

MONOVISIONE

La compensazione della presbiopia con lenti a contatto si è scontrata per molti anni con l’impossibilità da parte delle aziende produttrici di offrire geometrie in grado di risolvere i problemi ottici e di avere le caratteristiche necessarie per generare una visione accettabile sia per vicino sia per lontano. Per ovviare a questi inconvenienti si è pensato di ricorrere ad un “trucco”: compensare un occhio per la visione a distanza ed il controlaterale per la visione prossimale.
La modalità della monovisione risale circa al 1966, quando Westsmith cerca un modo per compensare, oltre che l’usuale ametropia, anche la presbiopia.
Nonostante le nuove possibilità correttive, la monovisione è una tecnica ancora molto comune: infatti, circa il 50% dei soggetti presbiti la utilizza (Holden, 1988, Kirschen, 1999).
Il principio della monovisione si basa sulla compensazione con lenti a contatto monofocali dell’ametropia a distanza per l’occhio dominante, e la correzione da vicino per l’occhio non dominante. Quello che si viene a creare è una miopizzazione dell’occhio non dominante tale da permettere la visione a distanza prossimale.
Per condizioni che richiedono una visione remota ottimale (come ad esempio la guida prolungata), si può prescrivere o una terza lente per l’occhio non dominante o un paio di occhiali da indossare al bisogno sopra le lenti.

MONOVISIONE MODIFICATA

Per ovviare alle difficoltà introdotte dalla monovisione, in particolare per valori elevati di addizione, viene utilizzata la tecnica della monovisione modificata.
Questa prevede l’applicazione di una lente monofocale per lontano nell’occhio dominante e una multifocale a visione simultanea nell’altro. L’intento è di incrementare le prestazioni della visione binoculare e della stereopsi nella visione a distanza, ma di conseguenza, la qualità visiva a distanza prossimale diminuisce. Le performance visive e l’esperienza di coloro che utilizzano questa tecnica dimostrano che le prestazioni binoculari perdurano solo in condizioni di visione fotopica. I valori di addizione permessi per usufruire della monovisione modificata non possono eccedere le +2.50 D.

LENTI BIFOCALI

Nel 1938 Feinbloom fu il primo a progettare, all’interno della zona ottica di una lente sclerale in polimetilmetacrilato (pMMA), un design bifocale e uno trifocale con segmento dedicato alla visione prossimale (Figura 1).
In seguito, nel 1951 Williamson e Noble realizzano una lente sclerale caratterizzata da una zona per la visione prossimale al centro e una per lontano collocata nell’area circostante; il potere della zona per vicino (2.00 D di addizione) era dato da una maggiore convessità rispetto alla rimanente zona ottica della superficie anteriore.
Il modello successivo a questa geometria è quello ad anelli concentrici: questo prevede una zona dedicata alla visione per lontano, del diametro variabile da 4,0 a 6,0 mm, localizzata al centro della zona ottica della lente e una circostante caratterizzata da un singolo anello per la visione prossimale.
Un altro importante contributo all’evoluzione della lente per presbiopia è stato dato da De Carle nel 1985, che ha proposto la solita geometria ad anelli concentrici, posizionando però la componente bifocale sulla superficie posteriore della lente a contatto.
In questo caso il centro della zona ottica è più piccolo (diametro da 2,0 a 4,0 mm) e tale da non poter coprire l’intera area del forame pupillare; così facendo parte della sezione da lontano e della circostante sezione anulare da vicino interessano la pupilla. L’effetto bifocale è dato dall’introduzione di più poteri all’interno di questa area e, di fatto, introduce un nuovo tipo di strategia nella scelta della LaC.
Naquero così, due criteri applicativi per le lenti a contatto bifocali: lenti a visione alternante e lenti a visione simultanea.

VISIONE ALTERNANTE

Le LaC bifocali a visione alternata raggiunsero la massima diffusione tra il 1970 e il 1980, e poiché venivano costruite unicamente in pMMA, introducevano tutte le problematiche legate all’assenza di ossigenazione della cornea; solo attorno al 1990 è stato possibile realizzare la prima lente a contatto bifocale con un materiale gaspermeabile e successivamente la continua ricerca delle aziende costruttrici ha permesso una più vasta scelta di materiali permeabili all’ossigeno, compresi quelli morbidi.

Fig.1: Posizionamento della lente bifocale sotto l’azione delle palpebre nel passaggio da lontano a vicino.

Fig.2: Rapporto tra bordo della lente e palpebra inferiore. Nella prima figura abbiamo un buon appoggio che garantisce comfort e stabilità; nella seconda e nella terza figura abbiamo disegni della lente che favoriscono un posizionamento non ottimale oltre che aumentare la probabilità di microtraumi.

VISIONE SIMULTANEA

La visione simultanea è il sistema ad oggi più utilizzato e prevede che il potere diottrico per lontano, per vicino ed eventualmente intermedio si posizionino sempre davanti all’area pupillare in ogni posizione di sguardo. Sarà poi il soggetto a scegliere il fuoco desiderato ed ad ignorare l’altro.
Questo sistema ha il vantaggio di non richiedere particolari movimenti della lente, a differenza di quanto avviene nella visione alternante.
Le lenti che sfruttano questo sistema sono le lenti bifocali concentriche sferiche, le bifocali concentriche sferiche-asferiche, le bifocali asferiche e le bifocali differenziate.

LENTI BIFOCALI CONCENTRICHE SFERICHE

Come già accennato, le lenti a contatto con geometria concentrica prevedono una zona ottica centrale e uno o più anelli collocati attorno a questa; nel caso ci siano più anelli, questi vengono alternati tra la visione per il vicino e per il lontano. Quindi una zona (L) ha la funzione di emmetropizzare l’occhio, l’altra (V) di miopizzarlo, al fine di avere una correzione per la presbiopia.
Oggi sono disponibili in materiale rigido gaspermeabile e morbido.
Tipicamente almeno due anelli si trovano all’interno dell’area pupillare, ma questo dipende dalle dimensioni del diametro della pupilla dovute alla variazione della luce. (Figura 3). In genere si ha la tendenza a prescrivere lenti “centro – vicino” per pupille con diametro superiore a 5 mm e lenti “centro – lontano” per pupille più piccole.

Fig.3: Lente a contatto bifocale con geometria concentrica: il potere per vicino si trova negli anelli interni mentre quello per lontano negli anelli esterni, ma si può trovare anche la situazione inversa.

BIFOCALI CONCENTRICHE SFERICHE-ASFERICHE

Tali lenti sono caratterizzate da tre zone ben delimitate. La porzione centrale col potere per lontano e quella più periferica col potere per vicino sono sferiche, mentre quella che si trova tra le due, col potere per la visione intermedia, è asferica. Lo scopo di questa geometria è di ottenere una visione molto chiara a tutte le distanze compresa quella intermedia.

Fig.4: Lente RGP bifocale concentrica Menifocal Z.
Questo design ha la potenzialità di favorire la qualità visiva rispetto alle lenti che invece non presentano una variabilità dimensionale nel rapporto lontano/vicino.

LENTI BIFOCALI ASFERICHE

Esistono vari metodi in cui i progettisti producono l’asfericità necessaria a formare l’addizione prossimale.
Le lenti possono avere una superficie posteriore asferica (caratterizzata da un design ad ellisse prolato con eccentricità e < 1) che produce una LaC “centro – lontano”, oppure una superficie anteriore asferica che può produrre una lente “centro – vicino” (con eccentricità e > 0,6) o “centro – lontano” (caratterizzata da un design ad ellisse oblato con eccentricità e < 0).
Oggi le lenti bifocali asferiche più vendute, anche per convenzione delle case produttrici, sono quelle con la superficie posteriore asferica, che funzionano bene per addizioni medio – basse, ma non altrettanto bene per quelle elevate.

LENTI BIFOCALI DIFFERENZIATE

Le lenti bifocali differenziate vengono costruite con un design concentrico caratterizzato da una zona centrale molto piccola con potere intermedio fisso (Figura 5).

Fig.5: Lenti a contatto differenziate: solitamente la lente in a. viene applicata all’occhio dominante, mentre la lente in b. in quello non dominante.
I vantaggi di questo tipo di lente sono: possibilità di correzione per valori di presbiopia elevata (fino a + 2,50 D) e, a differenza della monovisione, mantenimento della visione binoculare.

LENTI A CONTATTO MULTIFOCALI

L’interesse a realizzare soluzioni sempre più efficaci per la compensazione della presbiopia portò all’introduzione delle geometrie asferiche multifocali.
Il primo design di lente asferica è stato studiato da Fleinbloom, quando nel 1961 realizza nella superficie posteriore una geometria ellissoidale con la finalità di realizzare contributi diottrici differenti.
Il suo successo è dovuto al progressivo appiattimento del raggio di curvatura dal centro verso la periferia; il graduale aumento di potere , offre così la correzione dell’ametropia nella zona centrale e la correzione della presbiopia nella porzione periferica.
Oggi le LaC asferiche multifocali gaspermeabili vengono costruite sia sulla superficie posteriore che su quella anteriore e offrono qualità ottica anche per addizioni elevate.
Le esigenze ossigenative hanno portato le aziende a realizzare soluzioni anche per i polimeri idrogel: attorno al 1980 vengono introdotte le prime lenti morbide multifocali.
Nonostante le diverse problematiche che questo tipo di LaC ha presentato, oggi la continua ricerca contribuisce in modo sensibile a produrre: una maggiore disponibilità dei valori di addizione, una qualità ottica soddisfacente, la possibilità del ricambio frequente, materiali che limitano la secchezza oculare e disponibilità di lenti di prova.

GEOMETRIE

La gran parte delle LaC multifocali sfrutta il principio della visione simultanea che, come abbiamo già visto, introduce all’interno dell’area pupillare una variazione di potere dentro la quale è contenuta la correzione per lontano, per vicino e dell’intermedio.
Tra le principali geometrie utilizzate troviamo quelle asferiche (e = 1,6 – 1,8), ad anelli concentrici formate da superfici sferiche e quelle anulari che raccordano le varie zone sferiche con una variazione asferica di potere. Il loro principio si basa sulla modifica dell’aberrazione sferica oculare con l’obiettivo di assicurare una visione soddisfacente a distanze diverse.
Il design delle LaC morbide asferiche multifocali è contraddistinto da una variazione graduale di curvatura della superficie interessata e la geometria viene sviluppata sul modello delle sezioni di un cono.
E’ possibile distinguere due tipi di lenti: lente asferica con centro per lontano, caratterizzata dal graduale raggiungimento del potere per vicino dal centro verso la periferia (superficie posteriore asferica); lente asferica con centro per vicino, dove il valore massimo di addizione si trova appunto al centro e progressivamente si riduce verso la periferia (superficie anteriore asferica). Per questo motivo le LaC multifocali asferiche vengono dette anche “progressive”(Figura 6).
Il modello di LaC con centro per lontano conferisce la massima qualità nella visione remota quando si ha una miosi pupillare dovuta ad una forte illuminazione, ma sfavorisce quella prossimale.
Quando invece il potere per vicino è situato nell’area centrale, la visione remota è migliorata negli ambienti scarsamente illuminati, quindi in visione fotopica, sfruttando la contrazione della pupilla, è possibile facilitare il compito della lettura.

Fig.6: Design di una lente multifocale asferica centro lontano e centro vicino.
La geometria costruita con anelli concentrici (Figura 7), un po’ come nelle lenti bifocali, è formata da superfici sferiche per il potere lontano e vicino che si alternano; in tal modo l’area centrale può venire interessata dalla correzione per lontano mentre la periferia comprende quella prossimale, oppure viceversa. Solitamente il modello che prevale è quello con “centro – lontano” che prevede un design multifocale a cinque anelli sferici. In questo caso, escludendo l’anello centrale, si alternano quattro anelli: due con il potere per vicino e due con quello per lontano.

Fig.7: Geometria di una lente multifocale ad anelli concentrici.
Infine, il design delle LaC morbide anulari (Figura 8) può essere contraddistinto dall’unione di superfici sferiche con il raccordo di una variazione asferica di potere, anche in questo caso è possibile distinguere due soluzioni differenti. Nella lente “centro – lontano” con periferia per vicino, entrambe le zone sono formate da superfici sferiche e la loro unione viene effettuata da un’area asferica che funziona come raccordo; viceversa, nelle lenti “centro – vicino” la superficie asferica occorre per raggiungere la correzione dell’ametropia che si trova nell’anello periferico.

Fig.7: Geometria di una lente multifocale ad anelli concentrici.

Infine, il design delle LaC morbide anulari (Figura 8) può essere contraddistinto dall’unione di superfici sferiche con il raccordo di una variazione asferica di potere, anche in questo caso è possibile distinguere due soluzioni differenti. Nella lente “centro – lontano” con periferia per vicino, entrambe le zone sono formate da superfici sferiche e la loro unione viene effettuata da un’area asferica che funziona come raccordo; viceversa, nelle lenti “centro – vicino” la superficie asferica occorre per raggiungere la correzione dell’ametropia che si trova nell’anello periferico.

Fig.8: Design di una lente multifocale anulare a centro lontano e di una a centro vicino.

CONCLUSIONI

Considerando il trattamento della presbiopia con lenti a contatto, il risultato finale è influenzato da diversi fattori: in particolar modo la scelta della geometria, il metodo applicativo e la dominanza oculare risultano determinanti per il successo dell’applicazione. A tal scopo una buona anamnesi permette al contattologo di offrire alla persona la soluzione migliore per le sue esigenze.
Come visto sopra, nonostante non esista una lente esente da imperfezioni, oggi il mercato mette a disposizione una gran varietà di opzioni possibili, offrendo al presbite una concreta alternativa all’occhiale.

Compila il form

CONTATTACI PER QUALSIASI TUA ESIGENZA

    Oggetto: