Facciamo un test: per leggere questo articolo stai fessurando gli occhi e ti stai avvicinando al monitor per distinguere meglio le lettere? O, al contrario, li stai sgranando, allontanando la testa dallo stesso perché così la visione ti appare più nitida? Ebbene, qualunque sia la tua condizione attuale, è indubbio che tu stia facendo i conti con uno o più disturbi visivi.

Per prima cosa, stai tranquillo: a meno di gravi patologie (che comunque vanno approfondite e diagnosticate da un medico), non c’è nulla che non sia correggibile. In secondo luogo, è bene capire di quale dei disturbi visivi di cui accennavamo sopra tu sia “vittima”: solo in questo modo, infatti, potrai conoscere la natura del tuo malessere e cercare di porre rimedio attraverso l’uso di eventuali misure correttive.

Pertanto, in questo articolo abbiamo riunito e analizzato i più comuni disturbi visivi che, nel corso di una vita intera, possono interessare una persona: riconoscere la tua condizione non sarà dunque difficile e, sulla base della conoscenza del tuo disturbo, potrai ricorrere a una correzione che possa renderti la lettura (oltre che la visione in senso lato) migliore. Iniziamo!

Come funziona l’occhio umano (e perché si manifestano i disturbi visivi)

Ma prima di vedere (o almeno provarci!) quali sono tali disturbi, è bene capire come funziona l’occhio e comprendere il motivo per cui essi si manifestano. Ebbene, l’occhio umano è formato da cornea e cristallino, che raccolgono la luce, e iride, che ne regola l’intensità e la focalizza per formarne un’immagine sulla retina. Essa viene poi trasformata in una serie di segnali elettrici che, attraverso il nervo ottico, vengono inviati al cervello. Quando tutto questo funziona in maniera regolare (e quindi non vi sono anomalie di rifrazione dette ametropie), si parla di emmetropia. Di solito, tale condizione si manifesta fino ai 35-40 anni, età nella quale cominciano ad aumentare le possibilità che la curvatura del cristallino si alteri, variando così anche la rifrazione della luce. Ed è proprio in questo momento che si cominciano a manifestare i più comuni disturbi visivi.

Disturbi visivi: quali sono?

Essi sono catalogabili in quattro principali: miopia, ipermetropia, presbiopia o astigmatismo. Ma andiamo con ordine.

Si parla di miopia quando una persona fa fatica a visualizzare gli oggetti lontani e ha così la necessità di avvicinarvisi per poterli mettere a fuoco. Non è un caso che tale disturbo visivo venga chiamato “vizio di refrazione”: chi ne è affetto, infatti, non focalizza correttamente sulla retina (ma davanti a essa) i raggi luminosi provenienti da un oggetto lontano, con il risultato che quest’ultimo appare sfocato e, per vederlo, si devono strizzare gli occhi.

Con l’ipermetropia, invece, una persona (genericamente un ragazzo o una ragazza sotto i 15 anni) ci vede bene da lontano ma ci possono essere casi in cui da qualsiasi distanza, specie quella più ravvicinata, la vista risulta compromessa. Perché? Semplice: l’ipermetropia è, infatti, un difetto del bulbo oculare, generalmente più corto di quello che dovrebbe essere, o del potere di rifrazione del cristallino e della cornea, che è piuttosto scarso.

Non troppo dissimile nei sintomi (ma ben diverso per le cause) è la presbiopia: anche in questo caso, infatti, il soggetto vede bene da lontano ma male da vicino; tuttavia, tale condizione non è un difetto di refrazione quanto una manifestazione del naturale invecchiamento del cristallino che, irrigidendosi, ha come conseguenza un calo del potere di accomodazione. Non è un caso, infatti, che di presbiopia si parli in soggetti che hanno un’età che va dai 40 anni in su.

Infine, l’astigmatismo porta a una visione deformata e annebbiata, indipendentemente da dove si trovi il soggetto rispetto all’oggetto visionato: in questo caso, infatti, la cornea non ha una forma sferica, ma assume una silhouette allungata che provoca una deformazione dell’immagine, la quale si forma sia davanti sia dietro.

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